Via: Il fatto alimentare
Il 10 maggio Ashton ha risposto solo in parte all'interrogazione scritta [3] dei nostri eurodeputati Patrizia Toia, Elisabetta Gardini, Silvia Costa e Sergio Cofferati, che chiedevano informazioni e intervento contro il land-grabbing in Etiopia. Ha spiegato che “La Commissione è consapevole del fatto che in alcune zone dell’Etiopia sono in corso programmi di reinsediamento, [4] attuati dal governo nel quadro di un programma volto a fornire servizi di base in modo più efficiente". Almeno di qualcosa ha sentito parlare insomma. Aggiunge che “nel 2011 sono state effettuate visite esplorative di più organismi nelle regioni etiopi Gambella, Benishangul Gumuz e Somali e la delegazione dell’UE riceve relazioni periodiche in merito. Le informazioni raccolte non sembrano avvalorare la tesi di Human Rights Watch, secondo cui il processo di reinsediamento non sta avvenendo in modo volontario ed è accompagnato da violazioni sistematiche e diffuse dei diritti umani”. La Ministra degli esteri UE quindi crede alle favole che le vengono raccontate dal destinatario degli aiuti, e non ha ragione di dubitare. Nè si preoccupa di verificare nel dettaglio l'attendibilità del rapporto di HRW, non proprio l'ultima delle Ong. Del resto, i pochi giornalisti che hanno provato a spiegare quanto accade in quel Paese sono stati uccisi o incriminati di terrorismo.
Il breviario dei diritti umani nelle deportazioni è stato consegnato al dittatore locale, bene. Ma chi controlla se le autorità e le milizie sul territorio rispettano i suggerimenti? Può davvero la Commissione continuare ad accontentarsi delle favole scritte da chi dovrebbe venire controllato, accompagnate di tanto in tanto da qualche visita guidata? Perchè invece non si chiede al governo etiope di mostrare i contratti di cessione dei grandi appezzamenti a investitori stranieri? Perchè non si chiede libero accesso alle aree interessate da parte di osservatori indipendenti, per verificare anzitutto cosa è accaduto alle 70.000 persone oggetto di “ricollocamento” di cui riferisce il rapporto HRW? Perchè non utilizzare un po' di tecnologia militare - dai satelliti ai droni - per finalità non belliche ma a supporto delle indagini, provvedendo alla mappatura dei territori e alla raccolta di immagini utili a ricostruire, documentare i fatti?
Rivolgiamo queste domande a chi ci rappresenta in Italia, in Europa e nel mondo. In attesa di risposte, chiare e semplici come le domande.
Dario Dongo
Foto: Photos.com, ec.europa.eu
[1] Land-grabbing: in Etiopia 70.000 persone deportate con la complicità dell'Occidente
[2] Etiopia: il land-grabbing avanza. Una petizione al presidente Obama. In attesa che anche l’UE faccia qualcosa
[3] Rapina delle terre: una buona notizia. Sul caso Etiopia quattro eurodeputati italiani chiedono al vicepresidente della Commissione di intervenire
[4] Etiopia, la rapina delle terre da parte di investitori indiani avanza nonostante la siccità e la fame.
Continua il land-grabbing in Etiopia, guidato da investitori indiani: Obang Metho, direttore del Movimento di solidarietà per la nuova Etiopia, scrive ai "fratelli indiani" per chiedere la fine della rapina
[5] Land Grabbing: la FAO adotta le “Direttive volontarie per la gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste”. Ora bisogna applicarle
giovedì 24 maggio 2012
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